Baratti da Mattina a Sera
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La quota di 130€/persona comprende il pranzo a bordo (menù da concordare)
Massimo 6 persone - fino ad esaurimento posti
Imbarco al porto di San Vincenzo ore 8,30 – rientro previsto ore 18,00 circa
*sconto del 10% per i tesserati dell’Associazione Intercultura – www.associazione-intercultura.com
Capraia
Distanza e tempi di navigazione
Marina di San Vincenzo -> Capraia
30 mn
5h circa
Luoghi di Interesse
Sull’isola sono presenti solo due centri abitati: il nucleo del porto e il paese, borgo più antico a ridosso del forte di San Giorgio.
L’isola offre numerosi siti di interesse storico raggiungibili grazie a sentieri e mulattiere.
Da segnalare il Miglio Blu di Capraia , un corridoio riservato alla balneazione in sicurezza.
Capraia è considerata un piccolo paradiso geologico. Si tratta dell’unica isola vulcanica dell’arcipelago frutto di una doppia eruzione.
Quasi contemporaneamente al primo cataclisma, circa 10 milioni di anni fa, avvenne lo sviluppo di un più piccolo camino vulcanico presso l’odierna Punta della Zenobito.
Coste scoscese a picco sul mare, suggestive rocce portate a nudo dall’erosione del vento e del mare, documentano il susseguirsi delle eruzioni e delle stratificazioni laviche. Tutto ciò è ben visibile nella famosa Cala Rossa, sicuramente una delle cale più particolari dell’arcipelago, dove le pareti rocciose a forma di tronco di cono presentano dei colori che variano dal rosso al nero.
La naturale conformazione del territorio, la ricchezza e varietà della vegetazione e delle specie faunistiche, la stessa distanza dalle coste toscane, fanno indubbiamente di Capraia l’isola più “selvaggia” dell’Arcipelago. A terra è tutelata la maggior parte del territorio, suddiviso in diversi livelli di protezione.
Nel mare di Capraia, in pieno Santuario dei Cetacei Pelagos – l’area marina protetta più grande d’Europa compresa tra il territorio francese, monegasco e italiano – si può avere la fortuna di incontrare delfini, capodogli, balenottere e stenelle. Dopo decenni di assenza è stata anche accertata la presenza della foca monaca.
Sono tutelati come zona A gli isolotti: La Peraiola, Le Formiche, Lo Scoglione, lo Scoglio del Gatto, e lo Scoglio della Manza. Nel 2017 è stata introdotta una nuova zonazione a mare che ha modificato le aree in cui sono consentite la pesca sia professionale che sportiva e le modalità di rilascio delle autorizzazioni.
Curiosità e cenni storici
Nell’isola si producono artigianalmente ottimi mieli, profumatissime birre e magnifici caprini. Il pescato del giorno è alla base della gastronomia del posto ed in particolare di un caratteristico e suggestivo locale che, nell’ottica della pesca sostenibile, stabilisce il proprio menù a seconda delle disponibilità del mare e della stagionalità dei prodotti.
Da non perdere le frittelle e le zuppe di “samula” (specie di aglio selvatico) insieme ai totani, ai quali è dedicata la più importante e popolare festa dell’isola, che si celebra ogni anno alla fine di ottobre.
Notevole la presenza dell’avifauna stanziale e migratrice: tra le specie marine incontriamo i marangoni dal ciuffo, le berte e l’ormai raro gabbiano corso adottato, in volo su un’onda increspata, come simbolo del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Tra quelle terrestri per i rapaci sono presenti il gheppio, le poiane, il falco pellegrino e di recente il falco pescatore. Tra gli alati più vistosi è anche il corvo imperiale. Grande è il numero dei migratori soprattutto a primavera presso lo Stagnone, luogo di osservazione privilegiato, coperto dalle spettacolari fioriture di ranuncolo d’acqua.
Il Miglio Blu Di Capraia è destinato all’attività di nuoto libero in mare aperto, swimtrekking e snorkeling, un percorso in andata e ritorno che consente di nuotare praticamente per un miglio nautico nelle acque smeraldine di Capraia, ed in cui vige il divieto di navigazione, di ancoraggio e di ormeggio. È stato realizzato mediante la collocazione di ventidue boe (alcune delle quali dotate di segnalazione luminosa notturna) lungo una linea che si sviluppa davanti all’abitato di Capraia, tra la zona estrema a sud del porto, poco prima della Grotta sotto la Torre (accessibile a tutti da terra), e la Torretta al Bagno, anch’essa accessibile da terra, con un tragitto lungo circa 1100 m e largo circa 20-25 m.
Il Forte di San Giorgio, l’ Ex Colonia Penale, la Torre del Porto, la Chiesa di Santo Stefano, la Chiesa dell’Assunta, la Chiesa di San Nicola, la Chiesa e il convento di San Antonio.
Floristicamente l’isola è un vero e proprio laboratorio naturale: delle oltre 650 specie vegetali censite, quasi il 3% è endemico, tra cui alcune specie presenti nell’isolotto della Peraiola (o isola dei gabbiani): la linaria capraria, la borragine nana e la centaurea di Capraia.
L’area centrale di Capraia è la più montuosa dell’isola e il rilievo maggiore è Monte Castello alto 445 metri slm. Il verde manto di questa zona è costellato da macchia mediterranea arbustiva ricca di erica, corbezzolo, lentisco e mirto con la gariga e alcune piccole estensioni di lecceta.
Le altre isole
Isola del Giglio
Distanza e tempi di navigazione
Marina di San Vincenzo –> Giglio Porto
50 mn
8h circa
Prodotti locali tradizionali
Panficato | Tonnina | Vino Ansonico | Miele
L’Isola del Giglio è la seconda per grandezza dell’Arcipelago Toscano. Le coste, quasi interamente selvagge ed incontaminate, con il loro sviluppo di soli 28 km, sono ideali per essere circumnavigate. Tra scogliere a picco e una fitta e verdissima macchia mediterranea, si possono ammirare calette isolate di infinita bellezza, con acque talmente limpide da lasciare intravedere fondali meravigliosi.
Sebbene non si possa non menzionare le ben note Cannelle, l’Arenella e Campese, c’è da dire che il Giglio rappresenti un vero e proprio tesoro da scoprire. Ad oltre quattrocento metri d’altezza, racchiusa da forti mura turrite, si staglia la cittadella medievale di Giglio Castello, la cui sagoma domina l’isola e la caratterizza.
L’isola del Giglio, custode di patrimoni di rilevanza sia artistica che naturale, testimone sì di una storia millenaria, ma anche di una devota ed intramontabile sensibilità alla bellezza e di rispetto e amore verso la natura, è stata il set per film importanti, tra i quali, nel 2013, La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino.
Cenni Storici
Il nome Giglio deriva dal greco aegilion, latinizzato in aegilium, per la presenza di capre sull’isola. Che fosse un’isola già abitata nel paleolitico ce lo dimostrano i resti megalitici della Cote Ciombella a Giglio Castello e del Dolmen sul sentiero che dalle Cannelle porta al Castello.
Fu una base militare e di estrazione di ferro durante la dominazione etrusca ed in epoca romana divenne proprietà della famiglia dei Domizi Enobarbi, i quali costruirono una lussuosissima villa patrizia in zona “Castellare” (l’attuale zona del Porto detta del Saraceno), i cui resti sono oggi sommersi e rappresentano una vera chicca, vi si possono, infatti, chiaramente riconoscere una vasca per la piscicoltura, portici e mura perimetrali, arcate e terrazze.
Nell’805 l’Isola venne poi donata da Carlo Magno come feudo all’Abbazia delle Tre Fontane, divenendo luogo deputato ad una sentita attività monastica (cui tutt’oggi gli isolani restano legati, specie in inverno), per poi passare nelle mani di vari feudatari: Aldobrandeschi, Pannocchieschi, Gaetani e Orsini.
Giunse nell’XI sec. il dominio dei Pisani, i quali iniziarono a costruire il Castello con la Rocca e la tutta la cinta muraria ed alcuni anni dopo la torre del Porto ed il Lazzaretto, oggi dimora privata, ben visibile sul promontorio che porta ancora questo nome.
Nel 1448 fu occupata da Alfonso d’Aragona che la ripopolò con famiglie napoletane e dopo la vendette a Pio ll, diventando un feudo dei Piccolomini, sotto la repubblica di Siena.
Con l’espandersi dell’Impero turco l’isola soffrì molti attacchi dai Saraceni; nel 1554 il Barbarossa la saccheggiò deportando 700 abitanti come schiavi, mentre nel settembre del 1799 la popolazione eroicamente respinse l’ultima incursione. E qui la storia si tinge di tinte che hanno del leggendario e che ancora vengono narrate come eventi epici dagli isolani di oggigiorno. Si narra infatti che pochi, sparuti, uomini e donne riuscirono a sconfiggere sonoramente quegli “sciabbecchi” arrivati alla baia del Campese e carichi di migliaia di uomini. Così, tra colpi di cannone sparati da in cima alla Casamatta, vili atti da parte dei soldati di guardia alla Torre del Campese che all’arrivo dei saraceni non spararono neanche un colpo, otri di vino distrutte, per evitare che i turchi si ubriacassero prima dell’assalto, ed intercessioni dei santi tutti ed in particolare del Santo per eccellenza, San Mamiliano e del suo sacro braccio tirato fuori per l’occasione, i gigliesi riuscirono a mettere in fuga i turchi i quali, secondo successive testimonianze, contarono circa 500 tra morti e feriti durante l’assalto. Da quel giorno non si vide più un turco pirata a largo delle coste isolane e sempre da quel giorno, tutti gli anni, si festeggia il 15 settembre San Mamiliano dei turchi.
Divenuta parte del Regno d’Italia, nel 1873 divenne domicilio coatto per ergastolani fino al 1893.
Altre isole
Argentario
Distanza e tempi di navigazione
Marina di San Vincenzo –> Porto Santo Stefano
50 mn
8h e 30min circa
Marina di San Vincenzo –> Porto Ercole
60 mn
10h circa
Il Monte Argentario è uno splendido promontorio peninsulare, proteso nel mare in corrispondenza dell’Isola del Giglio e di Giannutri, le due isole più a sud dell’Arcipelago toscano.
Nato anch’esso come un’isola, nei secoli l’azione delle correnti marine e del fiume Albegna ha creato due tomboli, la Giannella e la Feniglia che hanno unito l’isola alla terraferma, formando contemporaneamente la Laguna di Orbetello.
Generalmente con Argentario si suole far riferimento ad una zona che si estende ben al di là del monte, includendo una lunga fascia costiera molto frastagliata, con cale e spiagge, prevalentemente sassose, di incredibile bellezza che va anche aldilà delle rinomate Porto Ercole e Santo Stefano.
le altre mete
Isola d'Elba
Distanza e tempi di navigazione
Marciana Marina
23 miglia nautiche / ca. 4h
Portoferraio
20 mn / ca. 3h 30m
Rio Marina
18 mn / ca. 3h
Porto Azzurro
22 mn / ca. 4h
Marina di Campo
33 mn / ca. 5h 30m
Tra le meravigliose isole dell’Arcipelago Toscano spicca l’Elba, per grandezza e regalità.
L’isola d’Elba è la più estesa porzione rimanente dell’antico tratto di terra emersa che collegava la penisola italiana alla Corsica.
Il litorale occidentale dell’isola è chiamato Costa del Sole, splendidi i golfi che la caratterizzano a nord, come quello della Biodola, del Viticcio e di Procchio. Costeggiando il litorale ovest verso sud, in direzione di Marina di Campo, troviamo Pomonte, famosa per il relitto di una nave mercantile affondata negli anni ’70, che si trova ad una profondità di circa 15 metri.
Il versante orientale dell’isola, denominato Costa che brilla, è caratterizzato dalla presenza delle ex miniere di ferro, con particolari e uniche caratteristiche di brillantezza e di colori in tutto l’ambiente circostante.
L’isola oltre alle meraviglie paesaggistiche e marine è fortemente legata alla sua storia; proprio sulla spiaggia delle Ghiaie pare vi fossero approdati nel viaggio alla ricerca del vello d’oro gli Argonauti.
Fiera dei suoi ospiti memorabili, cui deve molti complessi architettonici degni di nota e di essere visitati, riesce a mantenere inalterato nel tempo il suo splendore.
Curiosità e cenni storici
Profumi
Come si deduce dal nome, l’Acqua dell’Elba è, in tutti i sensi, il profumo dell’Isola. Il laboratorio artigianale si trova a Marciana Marina e tutta la linea è creata con materie prime naturali e tecniche di manifattura artigianale.
Orologi
Marina di Campo è sede del famoso marchio Locman. dove si trovano i laboratori, i negozi sono presenti nei principali paesi dell’isola.
Prodotti enogastronomici
La Schiaccia Briaca, la Schiacciunta e la Sportella, il Pane di Patate e il Pane Ferettato di San Piero, le marmellate, il miele, fino ad arrivare al buonissimo Aleatico, il vino passito che fin dall’epoca etrusca è stato vinificato dalle uve dell’Isola d’Elba.
Il 4 maggio 1814 Napoleone sbarcò sull’Isola d’Elba e issò la sua bandiera nel punto più alto di Portoferraio. Uno stendardo progettato dallo stesso Imperatore e che è ancora oggi la bandiera dell’Elba: bianca con una banda rossa, a cui furono aggiunte tre api dorate*. Il suo arrivo fu accolto dagli elbani con grande entusiasmo e la sua permanenza portò fervore su tutta l’Isola. Napoleone decise, per il suo alloggio, di ristrutturare alcuni edifici amministrativi e di vario uso, situati tra il forte Stella e il forte Falcone, l’attuale complesso della Palazzina dei Mulini, nei pressi della quale fece allestire nella Casa Vantini, in via Ferrandini, l’alloggio della madre. Una lapide ne ricorda ancora l’importante ospite. Riadattò in seguito la Villa di San Martino, nei pressi di Portoferraio, come residenza privata.
Il primo settembre 1814 Maria Walewska, l’amante polacca dell’Imperatore, giunse sulle coste elbane con il figlio avuto dall’Imperatore, il piccolo Alessandro e soggiornò alla Madonna del Monte, dove l’Imperatore amava passare le sue ore di riposo e ispirazione.
Anche Paolina Borghese, sorella di Napoleone lasciò un segno indelebile della sua permanenza, sia nell’animare la vita sociale elbana secondo i costumi francesi dell’epoca, portando balli in maschera e le feste parigine nella nuova piccola corte, come anche nella squisitezza dei dettagli con cui decorò gli ambienti della Palazzina dei Mulini, in base al suo gusto capriccioso, rendendola così una “reggia da fiaba”.
Gli elbani sono rimasti molto legati alla figura di Napoleone, tanto che ogni anno viene celebrato il 5 maggio con una messa di suffragio presso la Chiesa della Reverenda Misericordia di Portoferraio. Un’occasione che oltre a far rivivere momenti della storia e aprire le porte di monumenti e palazzi che per opera sua furono recuperati, porta anche alla luce alcune curiosità come i piatti da lui preferiti, i giri che era solito fare, quali scorci amava osservare.
La bandiera: Le api dorate sono un simbolo molto ricorrente nell’iconografia napoleonica. Napoleone parlando con l’ammiraglio Thomas Ussher dice di aver «scelto le tre api perché rappresentano il popolo elbano che ha avuto tre dominatori ed ora con me è finalmente unito sotto un’unica bandiera»; con i tre dominatori, pare si riferisse alla divisione dell’Elba in tre parti, avvenuta ai primi del XVII secolo.
Tra le meravigliose isole dell’Arcipelago Toscano spicca l’Elba, per grandezza e regalità.
Diverse narrazioni e testimonianze di autori classici collegano quest’isola agli Argonauti.
Diodoro Siculo (90-20 a.C.) ci narra che gli Argonauti navigando per il Tirreno alla ricerca del vello d’oro, fecero sosta su un isola chiamata Aethalia.
Secondo la leggenda pare che fosse proprio l’Isola d’Elba.
La spiaggia dove Giasone e gli Argonauti trovarono riparo fu chiamata Argo ed è oggigiorno conosciuta come spiaggia delle Ghiaie. La spiaggia delle Ghiaie è una delle più belle spiagge dell’Isola d’Elba.
La leggenda narra che, una volta giunti a riva, gli Argonauti si asciugarono il sudore utilizzando i ciottoli chiari e porosi presenti sulla spiaggia, lasciandoli segnati da macchie di colore nero-blu. I sassi della spiaggia delle Ghiaie sono tutt’ora caratterizzati da questa colorazione che li rende unici e fa sognare coloro che decidono di trascorrere su questa spiaggia le proprie giornate.
Per godere al massimo della bellezza della spiaggia, è consigliabile visitarla durante le giornate di scirocco che rendono l’acqua ancor più cristallina. La spiaggia è lunga circa 400 metri.
Dal 1971, il tratto di mare antistante la spiaggia delle Ghiaie, è zona sottoposta a tutela biologica. Questo riconoscimento ha protetto l’area per circa un miglio dalla costa, comprendendo anche lo Scoglietto, e ha permesso alla flora e della fauna marina di crescere notevolmente. Oggi è uno dei posti più belli e apprezzati dai sub di tutto il mondo.
L’isola oltre alle meraviglie paesaggistiche e marine è fortemente legata alla sua storia, e fiera dei suoi ospiti memorabili.
A bordo della nostra barca, avvicinandosi al porto di Portoferraio, si può ammirare stagliarsi il maestoso complesso delle fortificazioni medicee, che chiudono a cinta il porto ed il centro storico di Portoferraio. Siamo intorno al 1540, all’epoca la cittadina godeva del protettorato del re di Spagna Carlo V. Poiché era soggetta a continui attacchi ed invasioni, per volontà ed iniziativa del Granduca Toscano Cosimo I de Medici, ma sempre con il consenso del sovrano ispanico, venne affidata agli architetti Gian Battista Camerini e Bonucci (succeduto in un secondo momento nella direzione dei lavori,dall’architetto Bernardo Buontalenti) la progettazione delle fortezze medicee. I lavori cominciarono nel 1548. Terminata la costruzione delle difese campali delForte Falcone e del Forte Stella, oltre che della Torre della Linguella nel 1555, si proseguì con l’edificazione dei bastioni del Forte di Terra per un tratto lungo circa 500 metri. Fra il Forte Falcone e il Forte Stella venne innalzato il bastione dei Mulini, per rafforzare la naturale difesa che offriva la ripida scogliera a strapiombo sul mare e prende il nome dalla presenza nella zona di due antichi mulini a vento. Altri tre bastioni, furono eretti a seguire tra il Forte Stella e la Torre della Linguella (“dei Pagliai”, “del Maggiore” e “di San Cosimo”).
Sul lato che guardava la darsena, venne eretto un’enorme ed alta muraglia, che finiva di chiudere l’intera cittadina a fortezza dove l’unico punto di ingresso era quello della Porta a Mare.
I Bastioni medicei vennero eretti su quattro livelli (Bastione “del Veneziano”, “del Casino di Mezzo”, “delle Palle”, e “della Cornacchia”) e tale struttura garantiva una protezione sicura dagli attacchi che potevano venire dalla “Porta a Terra”. Un complesso architettonico imponente, maestoso e razionale e soprattutto sicuro al punto da scoraggiare, già nel 1553, un tentativo d’attacco da parte del temutissimo pirata turco Dragut che giunto all’Elba con molte navi su commissione dei Francesi, dopo aver studiato attentamente il fronte di difesa, lo giudicò invulnerabile.
Il percorso di visita, alle fortezze medicee, si snoda attraverso il Fronte di Attacco, un insieme di Bastioni che si sviluppa per una lunghezza di circa 500 metri e chiude verso Ovest l’antica Cosmopoli, la città di Cosimo. Oggi, panchine, un punto di ristoro, giochi per bambini permettono di trascorrere piacevoli momenti sospesi tra presente e passato, regalando al visitatore un’immersione suggestiva nell’illustre storia della città.
L’Isola d’Elba è famosa in tutto il mondo per il mare cristallino, per il prezioso patrimonio naturalistico e per la grande varietà di specie mineralogiche presenti, uniche per la loro particolarità.
Gli appassionati di geologia rimangono stupefatti per l’enorme quantità di resti, reperti o luoghi ricchi di storia, come fossili, vulcani estinti o addirittura isole interamente metamorfosate.
Lungo il Percorso Minerario da Rio dell’Elba a Santa Caterina, tra i suggestivi paesaggi delle Miniere di Ferro, si trovano il Parco Minerario ed il Laboratorio di Educazione Ambientale dell’Isola d’Elba. Estremamente suggestivo presso il cantiere Le Conche, la formazione di un laghetto la cui presenza di altissime concentrazioni di ferro hanno conferito un color rosso sangue.
Percorrendo la via del Granito, da Pomonte a Grottaccia, verso la cima del Monte Capanne, oltre ai paesaggi, ad inebriarti è l’aria che vi si respira grazie ai profumi della macchia mediterranea. Le vie del granito sono diventate importante sin dai tempi dei Romani, infatti molte rocce di Seccheto, San Pietro e Cavoli furono impiegate per la costruzione del Colosseo, del Pantheon e del Palatino, nonché per la Cattedrale di Aquisgrana in Germania, edificata nel 784 d. C. per iniziativa di Carlo Magno.
La Miniera di Rio Marina può strabiliare per i panorami incredibili, dai colori speciali, dovuti al luccichio degli ossidi di ferro.
Resta probabilmente, però, il più suggestivo tra gli itinerari trekking nella zona di Capoliveri la Via della Vecchia Ferrovia nei pressi del monte Calamita, in cui si ripercorre la vecchia strada ferrata che collegava il cantiere del Vallone al punto d’imbarco vicino alla spiaggia dell’Innamorata di fronte alle isole Gemini. Il cammino offre tanti spunti per ammirare zone ricche di ferro, azzurrite, malachite e crisocolla.
Altre isole
Corso Base
PRIMA VELA - Corso Base
Uscita giornaliera per un primo approccio con la barca e con l’attrezzatura, prendiamo dimestichezza con le andature e facciamo le prime manovre. Ci imbarchiamo di mattina presto presso le coste dell’Argentario e rientriamo prima del tramonto!!
Cosa facciamo:
- prime nozioni fondamentali per manovrare una barca a vela
- prendiamo dimestichezza con la ruota del timone e manteniamo un’andatura
- prime virate/abbattute
- ancoraggio in rada
Dove possiamo andare:
- Argentario
- Talamone
- Cala di Forno
- Formiche di Grosseto
- Giglio
- Giannutri
Durata: da mattina a sera
Numero di partecipanti: da 1 a 6 persone
Documenti obbligatori
Tessera Uisp
costo tessera Uisp 10€ (under 16 ridotto 7€)
certificato medico
costo certificato medico attività sportiva NON agonistica 45€
Altri corsi
Corso Base
primo approccio con la barca e con l’attrezzatura, prendiamo dimestichezza con le andature e facciamo le prime manovre