Tra le meravigliose isole dell’Arcipelago Toscano spicca l’Elba, per grandezza e regalità. 
Diverse narrazioni e testimonianze di autori classici collegano quest’isola agli Argonauti.

Diodoro Siculo (90-20 a.C.) ci narra che gli Argonauti navigando per il Tirreno alla ricerca del vello d’oro, fecero sosta su un isola chiamata Aethalia.

Secondo la leggenda pare che fosse proprio l’Isola d’Elba.

La spiaggia dove Giasone e gli Argonauti trovarono riparo fu chiamata Argo ed è oggigiorno conosciuta come spiaggia delle Ghiaie. La spiaggia delle Ghiaie è una delle più belle spiagge dell’Isola d’Elba.
La leggenda narra che, una volta giunti a riva, gli Argonauti si asciugarono il sudore utilizzando i ciottoli chiari e porosi presenti sulla spiaggia, lasciandoli segnati da macchie di colore nero-blu. I sassi della spiaggia delle Ghiaie sono tutt’ora caratterizzati da questa colorazione che li rende unici e fa sognare coloro che decidono di trascorrere su questa spiaggia le proprie giornate.
Per godere al massimo della bellezza della spiaggia, è consigliabile visitarla durante le giornate di scirocco che rendono l’acqua ancor più cristallina. La spiaggia è lunga circa 400 metri.
Dal 1971, il tratto di mare antistante la spiaggia delle Ghiaie, è zona sottoposta a tutela biologica. Questo riconoscimento ha protetto l’area per circa un miglio dalla costa, comprendendo anche lo Scoglietto, e ha permesso alla flora e della fauna marina di crescere notevolmente. Oggi è uno dei posti più belli e apprezzati dai sub di tutto il mondo.

L’isola oltre alle meraviglie paesaggistiche e marine è fortemente legata alla sua storia, e fiera dei suoi ospiti memorabili. 

Un passato Imperiale

Il 4 maggio 1814 Napoleone sbarcò sull’Isola d’Elba e issò la sua bandiera nel punto più alto di Portoferraio. Uno stendardo progettato dallo stesso Imperatore e che è ancora oggi la bandiera dell’Elba: bianca con una banda rossa, a cui furono aggiunte tre api dorate*. Il suo arrivo fu accolto dagli elbani con grande entusiasmo e la sua permanenza portò fervore su tutta l’Isola. Napoleone decise, per il suo alloggio, di ristrutturare alcuni edifici amministrativi e di vario uso, situati tra il forte Stella e il forte Falcone, l’attuale complesso della Palazzina dei Mulini, nei pressi della quale fece allestire nella Casa Vantini, in via Ferrandini, l’alloggio della madre. Una lapide ne ricorda ancora l’importante ospite. Riadattò in seguito la Villa di San Martino, nei pressi di Portoferraio, come residenza privata.

 Il primo settembre 1814 Maria Walewska, l’amante polacca dell’Imperatore, giunse sulle coste elbane con il figlio avuto dall’Imperatore, il piccolo Alessandro e soggiornò alla Madonna del Monte, dove l’Imperatore amava passare le sue ore di riposo e ispirazione. 

Anche  Paolina Borghese, sorella di Napoleone lasciò un segno indelebile della sua permanenza, sia nell’animare la vita sociale elbana secondo i costumi francesi dell’epoca, portando balli in maschera e le feste parigine nella nuova piccola corte, come anche nella squisitezza dei dettagli con cui decorò gli ambienti della Palazzina dei Mulini, in base al suo gusto capriccioso, rendendola così una “reggia da fiaba”.

 

Gli elbani sono rimasti molto legati alla figura di Napoleone, tanto che ogni anno viene celebrato il 5 maggio con una messa di suffragio presso la Chiesa della Reverenda Misericordia di Portoferraio. Un’occasione che oltre a far rivivere momenti della storia e aprire le porte di monumenti e palazzi che per opera sua furono recuperati, porta anche alla luce alcune curiosità come i piatti da lui preferiti, i giri che era solito fare, quali scorci amava osservare.

La bandiera: Le api dorate sono un simbolo molto ricorrente nell’iconografia napoleonica. Napoleone parlando con l’ammiraglio Thomas Ussher dice di aver «scelto le tre api perché rappresentano il popolo elbano che ha avuto tre dominatori ed ora con me è finalmente unito sotto un’unica bandiera»; con i tre dominatori, pare si riferisse alla divisione dell’Elba in tre parti, avvenuta ai primi del XVII secolo. 

I Bastioni Medicei di Porto Ferraio

A bordo della nostra barca, avvicinandosi al porto di Portoferraio, si può ammirare stagliarsi il maestoso complesso delle fortificazioni medicee, che chiudono a cinta il porto ed il centro storico di Portoferraio. Siamo intorno al 1540, all’epoca la cittadina godeva  del protettorato del re di Spagna Carlo V. Poiché era soggetta a continui attacchi ed invasioni, per volontà ed iniziativa del  Granduca Toscano Cosimo I de Medici, ma sempre con il consenso del sovrano ispanico, venne affidata agli architetti Gian Battista Camerini e Bonucci (succeduto in un secondo momento nella direzione dei lavori,dall’architetto Bernardo Buontalenti) la progettazione delle fortezze medicee. I lavori cominciarono nel 1548. Terminata la costruzione delle difese campali delForte Falcone e del Forte Stella, oltre che della Torre della Linguella nel 1555, si proseguì con l’edificazione dei bastioni del Forte di Terra per un tratto lungo circa 500 metri. Fra il Forte Falcone e il Forte Stella venne innalzato il bastione dei Mulini, per rafforzare la naturale difesa che offriva la ripida scogliera a strapiombo sul mare e prende il nome dalla presenza nella zona di due antichi mulini a vento. Altri tre bastioni, furono eretti a seguire tra il Forte Stella e la Torre della Linguella (“dei Pagliai”, “del Maggiore” e “di San Cosimo”).
Sul lato che guardava la darsena, venne eretto un’enorme ed alta muraglia, che finiva di chiudere l’intera cittadina a fortezza dove l’unico punto di ingresso era quello della Porta a Mare.

I Bastioni medicei vennero eretti su quattro livelli (Bastione “del Veneziano”, “del Casino di Mezzo”, “delle Palle”, e “della Cornacchia”) e tale struttura garantiva una protezione sicura dagli attacchi che potevano venire dalla “Porta a Terra”. Un complesso architettonico imponente, maestoso e razionale e soprattutto sicuro al punto da scoraggiare, già nel 1553, un tentativo d’attacco da parte del temutissimo pirata turco Dragut che giunto all’Elba con molte navi su commissione dei Francesi, dopo aver studiato attentamente il fronte di difesa, lo giudicò invulnerabile.

Il percorso di visita, alle fortezze medicee, si snoda attraverso il Fronte di Attacco, un insieme di Bastioni che si sviluppa per una lunghezza di circa 500 metri e chiude verso Ovest l’antica Cosmopoli, la città di Cosimo. Oggi, panchine, un punto di ristoro, giochi per bambini permettono di trascorrere piacevoli momenti sospesi tra presente e passato, regalando al visitatore un’immersione suggestiva nell’illustre storia della città.

Percorsi Minerari

L’Isola d’Elba è famosa in tutto il mondo per il mare cristallino, per il prezioso patrimonio naturalistico e per la grande varietà di specie mineralogiche presenti, uniche per la loro particolarità.

Gli appassionati di geologia rimangono stupefatti per l’enorme quantità di resti, reperti o luoghi ricchi di storia, come fossili, vulcani estinti o addirittura isole interamente metamorfosate.

Lungo il Percorso Minerario da Rio dell’Elba a Santa Caterina, tra i suggestivi paesaggi delle Miniere di Ferro, si trovano il Parco Minerario ed il Laboratorio di Educazione Ambientale dell’Isola d’Elba. Estremamente suggestivo presso il cantiere Le Conche, la formazione di un laghetto la cui presenza di altissime concentrazioni di ferro hanno conferito un color rosso sangue.

Percorrendo la via del Granito, da Pomonte a Grottaccia, verso la cima del Monte Capanne, oltre ai paesaggi, ad inebriarti è l’aria che vi si respira grazie ai profumi della macchia mediterranea. Le vie del granito sono diventate importante sin dai tempi dei Romani, infatti molte rocce di Seccheto, San Pietro e Cavoli furono impiegate per la costruzione del Colosseo, del Pantheon e del Palatino, nonché per la Cattedrale di Aquisgrana in Germania, edificata nel 784 d. C. per iniziativa di Carlo Magno.

La Miniera di Rio Marina può strabiliare per i panorami incredibili, dai colori speciali, dovuti al luccichio degli ossidi di ferro.

Resta probabilmente, però, il più suggestivo tra gli itinerari trekking nella zona di Capoliveri la Via della Vecchia Ferrovia nei pressi del monte Calamita, in cui si ripercorre la vecchia strada ferrata che collegava il cantiere del Vallone al punto d’imbarco vicino alla spiaggia dell’Innamorata di fronte alle isole Gemini. Il cammino offre tanti spunti per ammirare zone ricche di ferro, azzurrite, malachite e crisocolla.

Prodotti del Territorio

Ceramiche

Come nelle più radicate tradizioni isolane, anche l’Isola d’Elba ha dato alla luce generazioni di ceramisti che, mescolando la terra, i colori e il calore dell’isola, riescono a creare meravigliosi oggetti d’arte: da piccoli souvenir, a orologi, vasi, lampade, oggetti d’arredamento per esterni e interni.

Profumi

Come si deduce dal nome, l’Acqua dell’Elba è, in tutti i sensi, il profumo dell’Isola. Il laboratorio artigianale si trova a Marciana Marina e tutta la linea è creata con materie prime naturali e tecniche di manifattura artigianale. E’ possibile trovare negozi in tutti i paesi dell’Elba dove potrete acquistare profumi e saponi che racchiudono l’essenza di un’isola.

Orologi

Marina di Campo è sede del famoso marchio Locman. dove si trovano i laboratori, e i negozi sono presenti nei principali paesi dell’isola. Negli anni la collezione Locman si è arricchita di gioielli e articoli di pelletteria caratterizzati dallo stesso design e stile che ha reso famoso questo marchio elbano in tutto il mondo.

Prodotti enogastronomici

Sono molti i prodotti enogastronomici tipici dell’Isola d’Elba, ognuno di essi, oltre ad essere unico nel suo sapore, ha una forte carica simbolica: racconta storie di popoli, conquiste e amori. Si va dai dolci come la Schiaccia Briaca, la Schiacciunta e la Sportella, al Pane di Patate e il Pane Ferettato di San Piero, le marmellate, il miele, fino ad arrivare al buonissimo Aleatico, il vino passito che fin dall’epoca etrusca è stato vinificato dalle uve dell’Isola d’Elba.